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Slitta il divieto di circolazione degli Euro 2. Ora entrano in gioco gli autobus usati

Dove eravamo rimasti

Il 1° gennaio 2023 doveva segnare una data importante per il mondo del trasporto pubblico locale.

L’inizio del nuovo anno, infatti, avrebbe dovuto vedere il divieto di circolazione degli Euro 2 o, per essere più precisi, si sarebbe dovuto assistere al ritiro dalla di circolazione sul territorio nazionale dei veicoli a motore delle categorie M2 e M3 alimentati a benzina o gasolio di classe Euro 2.

Questa misura era stata decisa dal Governo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del pacchetto europeo “Fit for 55%” e, in un’ottica di miglioramento e ripresa post covid, era stata collegata ai fondi stanziati dal PNRR per incentivare la mobilità sostenibile.

A tal proposito il decreto-legge 121/2021 aveva pianificato un dettagliato programma di riduzione della mobilità più inquinante che avrebbe visto il ritiro dalla circolazione di mezzi alimentati a benzina o gasolio con caratteristiche di:

  • Euro 1 dal 30 giugno 2022,
  • Euro 2 dal 1° gennaio 2023,
  • Euro 3 dal 1° gennaio 2024.

Questo programma aveva messo in allarme le associazioni dei trasporti. Anav e Asstra avevano segnalato al Governo come  il divieto di circolazione degli Euro 2 prima e poi degli autobus Euro3 l’eliminazione in così poco tempo di gran parte dei mezzi circolanti e la mancanza di adeguate infrastrutture a sostegno della mobilità sostenibile avrebbero causato gravi disservizi al tpl.

La situazione degli autobus italiani

Secondo i dati del Mims il parco autobus destinato al tpl conta attualmente 42.000 mezzi. L’8,45% di questa cifra è composto da autobus Euro2 e il 23,4% da mezzi Euro 3 mentre negli ultimi 2 anni è aumentata la quantità di autobus Euro5 ed Euro 6, passati dal 55,95 al 61,5%.

Il rispetto della tabella di marcia prevista dal decreto 121/2021 con l’eliminazione, nel giro di 2 anni, dei veicoli con caratteristiche inquinanti Euro2 ed Euro3, significherebbe il ritiro di oltre 13.000 mezzi, più di un terzo del totale circolante.

Risulta evidente come la mancanza di mezzi e infrastrutture per la mobilità ecologica e sostenibile renderebbe impossibile rimpiazzare tale carenza.

La situazione attuale: slitta il divieto di circolazione degli autobus Euro 2

Proprio per queste ragioni, oltre che per il perdurare della guerra russo-ucraina e della conseguente crisi energetica, il secondo passo del programma previsto dal governo è slittato. Il decreto Milleproroghe, infatti, ha stabilito uno spostamento della data riguardante il divieto di circolazione per gli Euro 2.

Se la proibizione riguardante la circolazione per degli autobus Euro 1 è correttamente entrata in vigore alla fine di giugno 2022, quella riguardante i veicoli Euro 2 è stata rimandata al prossimo anno ovvero al 1° gennaio 2024.

Questa risoluzione porterebbe a coincidere le date di ritiro di Euro 2 ed Euro 3, accentuando la gravità delle problematiche legate a tale situazione.

Nonostante questo allineamento non sembri verosimile e suggerisca un possibile rinvio del ritiro degli Euro 3 al 2025, al momento non ci sono conferme in tal senso e permangono i dubbi in merito all’impatto che queste misure potrebbero avere.

L’aiuto arriva dagli autobus usati

Di fronte a questo stato di incertezza che non offre soluzioni sicure per compensare gli imminenti ritiri dalla circolazione di una così consistente quantità di mezzi, un aiuto arriva dagli autobus usati.

Ricorrere ad autobus Euro 5 o Euro 6 che hanno già un trascorso alle spalle ma presentano ancora indubitabili caratteristiche di sicurezza e funzionalità consentirebbe di assorbire il colpo inferto al tpl dal decreto 121/20221 e di garantire la continuità del trasporto che altrimenti sarebbe costretto a subire forti disservizi con ritardi e soppressioni di corse o anche di intere linee aprendo molti possibili scenari di insoddisfazione sociale e lavorativa.

Il ricorso agli autobus usati, inoltre, permetterebbe di sostenere il peso della richiesta di trasporto e traghettare li parco mezzi circolante verso una più efficace integrazione di mezzi elettrici, a idrogeno e ibridi e delle relative reti infrastrutturali.

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